Non ci sono stati danni alla rete elettrica comunque, ed era da prevedere. In pieno inverno, gli alberi spogli non trattengono tanta neve da spezzarsi e cadere sui fili della corrente (che non s'è ancora pensato a interrare). Perciò la gente ha preferito far scorta di cibo e prendersela comoda, anticipando i festeggiamenti del venerdì sera. Hanno infatti fatturato cinque volte tanto le bottiglierie. Io stesso, prima del coprifuoco, in coda alla Spirit Haus per poter accompagnare il trancio di tonno a cena con un sorso di bianco, ho visto la gente far razzia. Davanti a me, un tizio acquistava in un colpo solo ventiquattro lattine di birra, una bottiglia grande di whisky e due bidoni (in pratica) di misto per cocktail. "Vuole una sporta?" "No, ma se può aiutarmi a caricare la macchina..." "Oh, sì, volentieri..." Me l'aveva detto anche il carrozziere: "Ho il frigo pieno di Heineken e sto tranquillo".
Io non sono andato oltre il bicchiere di bianco a cena (ma i vicini al piano di sopra caricavano due casse di birra) e il caffè caldo di stamattina. E guardo la neve là fuori che, ammucchiata a dune dal vento, ha già sepolto tutte le automobili. E apro Tutte le poesie di Umberto Saba (a cura di Arrigo Stara, Milano, Mondadori, 1988) a pagina 433:
NEVE
Neve che turbini in alto ed avvolgi
le cose in un tacito manto,
una creatura di pianto
vedo per te sorridere; un baleno
d'allegrezza che il mesto viso illumini,
e agli occhi miei come un tesoro scopri.
Neve che cadi dall'alto e noi copri,
coprici ancora, all'infinito. Imbianca
la città con le case e con le chiese,
il porto con le navi (...)
Aspettavo questa tua breve cronaca sulla tempesta di neve annunciata e l'ho letta con vero piacere.
RispondiEliminaTi invidio un po'. A me la neve piace tantissimo, se poi ricopre i luoghi dove abitiamo, piace ancora di più. Ci costringe a rallentare i ritmi quotidiani e smorza, in parte, la frenesia delle persone.
Per il resto: "sòdi!"
Bello, grazie
Andrea