Nel Circolo, la candidata possedeva la tessera n. 1, io la n. 37, anche se mi iscrissi subito dopo. Insistetti per interrompere la serie numerica progressiva. Volevo la trentasette, perché mi ricordava un aneddoto dell'infanzia di Vittorio De Sica che avevo sentito raccontare dal figlio Christian. Il piccolo Vittorio era a spasso col babbo (Umberto, da cui Umberto D) quando per la strada li fermò il sarto, creditore da tempo: "Signor De Sica! Sono quattro mesi che avanzo soldi da lei! Lei mi deve pagare! Pagare!" Il vecchio De Sica, senza tradire il minimo disagio, prese di tasca un libretto, lo aprì con calma e quindi rispose: "Caro signore, lei è il primo dei miei creditori. Se mi umilia un'altra volta di fronte a mio figlio, io la sbatto al numero trentasette!".Oggi, dopo aver restituito già da quattro anni la tessera del PD, mi sento proprio come il vecchio Signor Umberto De Sica. Cari dirigenti, me l'avete già detto: iscriviti, collabora, fa' propaganda... E ora mi fate scegliere tra la titubanza dignitosa, ma molto sospetta, di Pier Luigi Bersani e l'arroganza vuota e spaccona di Matteo Renzi? No, non ci siamo (anche se, parola di non-comunista, meglio i vecchi compagni che i compagnucci della parrocchietta). Magari sono anch'io un rottame, ormai; ma ho sempre il libretto in tasca, e la politica è finita ben sotto il numero trentasette.
Fare un commento a questo tuo articolo è difficile: hai già detto tutto.
RispondiEliminaCaso mai posso solo aggiungere che in Tv (La7), stanno annunciando come imminente il termine delle operazioni di voto alle primarie del PD. Anche alla radio è tutto un conto alla rovescia, una spettacolarizzazione come accade negli Stati Uniti. Per cosa poi: una farsetta, niente di più.
A presto,
Andrea
Bellissimo il ritocco estetico del tuo blog, non lo toccare più.